Tutto il buono dell’enogastronomia piacentina: intervista alla Confraternita dei Grass
Buone forchette con molto appetito, ma anche voglia di scoprire e di condividere. Per il ciclo “Aperitivi d’Autore” organizzato dall’agriturismo Podere Casale abbiamo intervistato i rappresentanti della Confraternita dei Grass, che quest’anno ha spento 30 candeline!
Una confraternita nata per conoscere, celebrare e … gustare i piatti della tradizione piacentina. Volete raccontarci come è nato tutto?
Una sera in una trattoria, ovviamente, nel lontano 1999, forse a causa delle eccessive libagioni, abbiamo immaginato di creare un sito internet per presentare l’enogastronomia piacentina. La prima versione aveva solo 5 recensioni di ristoranti, molte meno delle attuali 150.
In che modo la Confraternita dialoga con il pubblico? Ci sono iniziative aperte agli esterni, o che vengono organizzate appositamente?
Ci sono due categorie di eventi: quelli aperti a tutti e quelli riservati ai soli confratelli e consorelle. Gli eventi aperti sono quelli più istituzionali e di promozione, mentre quelli riservati sono quelli più goliardici. Invitiamo tutti gli interessati ad entrare a far parte della Confraternita, attraverso il percorso iniziatico, che passa dalla partecipazione a tre eventi aperti ed alla seguente cerimonia di investitura a confratello o consorella.
Il territorio sul quale vi muovete, il Piacentino, è relativamente piccolo, ma ricco di eccellenze e tipicità. Ad esempio io non sapevo che qui ci fosse il numero più elevato si salumi DOC in Europa!
Il territorio di Piacenza è una terra di confine tra quattro regioni (Emilia, Lombardia, Liguria, Piemonte) e le diverse influenze hanno arricchito moltissimo il patrimonio gastronomico. Il culto del maiale va dai moltissimi salumi, di cui i tre DOP sono la punta dell’iceberg, alle molte DeCO, ai presidi di Slow Food, alle preparazioni gastronomiche registrate presso il Ministero dell’Agricoltura che vede di nuovo Piacenza primeggiare come numero di piatti inseriti. Le paste riconducono Piacenza all’interno della tradizione emiliana, mentre nei piatti sulle montagne sono riconoscibili influenze liguri. Inoltre, le quattro valli che caratterizzano l’orografia della provincia hanno dei terreni ed un clima ideale per la coltivazione della vite, da cui si ottengono ottimi vini, di cui 18 DOC e 3 IGT.
Se penso a Piacenza io penso ai pisarei! Se doveste scegliere un solo piatto, quale sarebbe?
È davvero difficile scegliere. Se dovessi delineare un pasto piacentino ideale per me, partirei senza dubbio dalla bortellina, una frittella di acqua e farina che si accompagna ai salumi. Un grande piatto che amo molto e che viene dalla tradizione nobile del Ducato è la bomba di riso, che consiste in una grande forma di riso al forno con il ripieno di ragù bianco di piccione. Come dolce sceglierei il buslàn, il ciambellone tradizionale, che è ottima inzuppata nella Malvasia di Candia Aromatica DOC dei Colli Piacentini, o con lo zabaione. Come digestivo, un bargnolino, il liquore che si ottiene dalle bacche di pruno spino raccolte a novembre dopo le prime gelate.
In che modo riuscite a veicolare i valori e le potenzialità del territorio attraverso l’enogastronomia?
L’approccio che abbiamo sull’enogastronomia è molto conviviale e dissacrante: riteniamo che il meglio della tavola sia la buona compagnia. Chi partecipa ai nostri eventi apprezza la facilità dell’approccio che abbiamo verso la cucina. In ogni caso, molti di noi sono appassionati di cucina ed hanno diplomi da degustatori o da cuochi, ma per far parte dei Grass non è fondamentale: basta avere apertura verso gli altri e la cucina.
La confraternita ha compiuto 20 anni proprio quest’anno. In che modo la vostra attività si è evoluta nel tempo, e quali sono invece gli elementi che sono rimasti immutati?
Come accennato prima, i Grass sono nati nel 1999 attorno ad un sito internet. Il percorso è stato poi inverso rispetto ad altre esperienze, perché dalla rete ci siamo spostati sul cartaceo pubblicando la Guida dei Grass già in 5 edizioni, mediamente ogni 2 anni. Il fil rouge he unisce questi 20 anni è la convivialità: è proprio vero che a tavola non si invecchia!
Cosa vedete per il futuro della Confraternita dei Grass?
Credo che i valori che la Confraternita promuove continuino ad essere significativi anche attraverso i grandi cambiamenti culturali a cui abbiamo assistito in questi vent’anni, e che non credo si fermeranno. L’attenzione e la consapevolezza per quello che si ha nel piatto e l’importanza delle relazioni umane credo siano dei valori che avranno un continuo bisogno di promozione anche nei prossimi decenni.
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