Matera è la capitale europea della cultura del 2019, se non vi è mai capitato di visitarla è arrivato davvero il momento di rimediare e concedersi qualche giorno nella famosa città dei sassi.
La storia di Matera
I Sassi di Matera: la vergogna nazionale
I Sassi sono la prima cosa che viene in mente quando si pensa a Matera; nel 1993 sono stati dichiarati dall’Unesco “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. I Sassi rappresentano un paesaggio unico nel loro genere, sono un esempio d’ architettura che si è saputa integrare perfettamente con la natura che la circonda, eppure sono stati negli anni passati incriminati, indicati come una vergogna per l’Italia.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, Matera salì alla ribalta nazionale e diventò il caso più eclatante di come l’arretratezza e la povertà avessero scavato radici profonde nell’Italia meridionale. I Sassi erano un groviglio di case sovraffollate, sporche, in cui mancano le più elementari condizioni sanitarie per vivere degnamente, a partire dalla mancanza di fogna e di acqua corrente; nelle grotte scavate nel tufo arrivavano a convivere uomini ed animali insieme.
La politica italiana iniziò ad interessarsi alla questione, il leader del partito Comunista italiano Palmiro Togliatti per primo giunse nel capoluogo lucano nel 1948 per guardare con i propri occhi gli ambienti malsani in cui gli abitanti erano costretti a vivere in compagnia delle bestie. Senza mezze parole definì i Sassi “Vergogna nazionale”, un male da estirpare con la forza bruta per restituire dignità alle persone.
l 17 maggio 1952 lo Stato Italiano, per mano di De Gasperi e su suggerimento del ministro Colombo, con la “Legge Speciale per lo sfollamento dei Sassi” impose a due terzi degli abitanti della città, circa diciassettemila persone, di abbandonare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni.
I Sassi furono praticamente svuotati, divenendo una città fantasma a margine della città nuova. Gli abitanti ottennero case nuove e la promessa di un appezzamento di terra da coltivare (promessa non per tutti mantenuta), pagando canoni di affitto irrisori in cambio della cessione delle loro vecchie abitazioni al demanio. Degrado ed abbandono presero il posto della vita nelle grotte e nelle chiese, mentre la città si espandeva sul piano nei quartieri nuovi secondo il Piano Regolatore.
Il riscatto, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO
L’opinione pubblica nazionale e non solo si iniziò ad interrogare su quello che doveva essere il destino dei Sassi. Una città pressochè deserta a margine della città nuova. Verso la metà degli anni ’80, la Legge Speciale n. 771 varata nel 1986 abilitò i cittadini a tornare nei vecchi rioni in tufo per farli rivivere, invertendo quello che era stato il flusso forzato verso i nuovi quartieri. Fu l’inizio di una nuova alba per i Sassi e per la città, ciò che un tempo era stato definito “Vergogna nazionale” poteva diventare testimonianza dello spirito di adattamento e sopravvivenza dell’uomo alle difficili condizioni di vita. Fu il primo tassello di un processo di reinserimento dell’uomo nell’habitat dei Sassi.
I Sassi si ripopolano e diventano terreno fertile per musei, “case grotta”, ristoranti, b&b, alberghi di lusso, terme e tantissime botteghe di artigiani che qui trovano ispirazione. Nelle stesse grotte dove solo cinquant’anni prima si moriva di malaria e di stenti, oggi turisti da ogni parte del mondo giungono per ammirare le chiese rupestri, le numerose mostre, per soggiornare, per gustare un piatto tipico o per acquistare un souvenir di tufo o terracotta.
E’ facile ed allo stesso tempo divertente perdersi nelle ripide vie e discese che si intrecciano, dove le strade sono allo stesso tempo tetti. Nel parco della Murgia Materana si nascondono dei gioielli preistorici, alcuni incastonati nello strapiombo che affaccia sulla Gravina, i villaggi trincerati e le chiese rupestri sono una tappa obbligata per toccare con mano dove la vita è nata a Matera.
Cosa visitare a Matera in un week end
I sassi di Matera
I Sassi di Matera sono due quartieri di Matera, il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, formati da edifici e architetture rupestri scavati nella roccia della Murgia materana e abitati fin dalla preistoria.
L’antichissimo insediamento abitativo costruito nella roccia tufacea sul fianco del vallone Gravina, nel 1993 è stato dichiarato dall’Unesco “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.
Il particolare intreccio di grotte adibite ad abitazioni, vicoli tortuosi, chiese rupestri, terrazzamenti, giardini, cunicoli sotterranei fa dei Sassi uno spettacolare esempio di complesso architettonico perfettamente adattato al contesto naturale, da vedere almeno una volta nella vita.
Quest’enorme scultura testimonia sin dal più lontano passato Paleolitico il modo di abitare le caverne, accanto alle quali sono sorte, dal medioevo in poi, abitazioni più moderne costruite fuori terra. Per questo motivo i Sassi rappresentano un paesaggio unico nel loro genere, meta di viaggiatori e famosi cineasti; a Matera dagli anni ’50 sono stati girati più di 20 film tra cui il più celebre La Passione con Mel Gibson.
Il parco della Murgia
Il Parco della Murgia è stato istituito nel 1990 col nome di Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano. Inserito con i Sassi di Matera nella world heritage List dell’Unesco, è oggi tra gli spettacolari paesaggi rupestri d’Italia quello che meglio testimonia l’antico rapporto tra l’uomo e la natura nel sud del paese.
Nel Parco della Murgia esistono ben 150 chiese rupestri, diverse tra loro per architettura ed iconografia, tra queste ricordiamo San Leonardo, San Giacomo, Cappuccino vecchio e Santa Cesarea.
Realizzate per lo più nell’alto medioevo, in un periodo che ha visto incrociarsi la cultura greco bizantina con il mondo latino, anch’esse sono scavate nella roccia. Ciò che più stupisce è che sebbene siano nate come luoghi di culto, nel corso del tempo le chiese sono state anche utilizzate con altri scopi, trasformandosi all’occasione in abitazioni o luoghi di ricovero per gli animali.
Anche queste chiese rappresentano oggi un’importante testimonianza della presenza umana, relativa in particolare a monaci benedettini, longobardi e bizantini.
La Cattedrale di Matera
Dal punto più alto della città la Cattedrale di Matera offre una splendida veduta sul Sasso Barisano. La costruzione risalente al XIII secolo sorge sui resti dell’antico monastero benedettino di Sant’Eustachio. Dal 1627 la cattedrale fu dedicata alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, protettori della città. L’esterno dell’edificio conserva quasi intatta la sua forma originale, presenta un bel portale riccamente decorato chiuso da un arco a tutto sesto, e un imponente rosone a 16 raggi sovrastato dall’arcangelo circondato da due figure maschili ai lati.
Sulla facciata laterale del duomo vi sono altri due portali minori: “porta di piazza” abbellita da una raffigurazione in bassorilievo di Abramo, e “porta dei leoni” così chiamata per la presenza delle statue due leoni accovacciati a guardia della fede. Notevole la torre campanaria alta 52 m. a 4 piani di cui tre con bifore e uno (il quarto) con monofore sormontato da una cuspide a piramide quadrangolare.
L’interno, rimaneggiato in epoca barocca, è a croce latina con tre navate separate da colonne con capitelli medioevali figurati. Oltre al celeberrimo presepe di pietra realizzato nel 1534 da Altobello Persio, la basilica conserva numerosi tesori tra cui: un affresco bizantino raffigurante la Madonna della Bruna con Bambino, opera del “Maestro della Bruna”, forse Rinaldo da Taranto (XIII secolo), il “Giudizio Universale”, frammenti di un ciclo di affreschi di cui restano l’Inferno e parte del Purgatorio (XIII e XIV secolo), scoperti in seguito ad alcuni lavori di restauro, il bellissimo coro ligneo minuziosamente scolpito nel 1453 da Giovanni Tantino, e sull’altare maggiore la grande pala “ Vergine con Bambino e Santi” eseguita da Fabrizio Santafede (1580).
La Mostra di Dalì
Sono circa duecento le opere autentiche di Salvador Dalí in esposizione che costituiscono un percorso tematico che indaga all’interno della psicologia e dell’ispirazione artistica di Dalí. Tre sculture monumentali, l’Elefante Spaziale, il Piano Surrealista e la Danza del Tempo II sono state montate nelle vie del centro storico di Matera; le altre, che comprendono sculture museali grandi e piccole, illustrazioni, opere in vetro, libri illustrati e arredi, sono state collocate nella cornice suggestiva del Complesso Rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci nel cuore dei Sassi di Matera. L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 2 dicembre e durerà fino al 30 novembre 2019. È on line il sito www.daliamatera.it con le informazioni sulla mostra. Per info: info@daliamatera.it, 340 697 8471. É possibile acquistare il biglietto online: il costo di ingresso è di 12€.
Un giro turistico in ape con APENEISASSI
APENEISASSI a Matera, nasce dall’idea di 2 giovani materani Paolo e Andrea. Ragazzi che nel 2011 faranno dell’amore per la propria città il proprio mestiere. Vi guideranno tra le vie nelle quali sono cresciuti, attraverso un’accurata e minuziosa conoscenza dei luoghi.
Storia, arte e cultura in un unico tour. Sia di giorno che di sera potrete immergervi nell’atmosfera magica di Matera.
Un giro in Ape divertente alla scoperta di scorci e panorami unici.
Non perdete l’occasione di fotografare e scoprire scenari affascinanti! Chiamate Paolo al numero 3294658589 oppure Andrea al numero 3271233100. Consiglio di prenotare il giretti in ape almeno una settimana prima (in alta stagione). apeneisassi@gmail.com
Matera: dove dormire
Ho alloggiato a MaisonSilvì, un B&b moooooolto bello poco distante dal centro e dalla stazione. Le Camere sono gradevoli e accoglienti grazie agli arredi in legno coordinati con i tessuti e ai complementi di arredamento di tonalità vivaci, con pavimento in parquet. La colazione purtroppo è limitata, rigorosamente italiana ma buona, i prodotti vengono da una forneria vicina.
Cosa mangiare a Matera
La gastronomia a Matera è legata alla tradizione contadina e pastorale. Tra gli elementi base di questa cucina troviamo: legumi, carni, verdure, pasta fatta in casa come le orecchiette condite con salsa di pomodoro, cime di rapa, formaggi come il pecorino e il caciocavallo, olio extravergine d’oliva e, naturalmente pane di Matera IGP.
Tra i piatti tipici troviamo: la Pignata, a base di carne di pecora, verdure, erbette, cotte in una pentola di terracotta nel forno a legna; la Ciallèdd termine dialettale che indica proprio il pane raffermo arricchito da altri sapori: patate, cipolle, erbette, uova e rape che hanno preso il posto dei fiori (gli asfadeli) della ricetta originale; la Crapiata è una zuppa di legumi e grano di antica tradizione.Farro, ceci, lenticchie, cicerchie, piselli, fave, fagioli, grano e patate questi sono i suoi ingredienti; una ricetta che nasce per festeggiare il raccolto del grano e dei legumi un piatto semplice legato alla condivisione e alla convivialità.
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