La Peca a Lonigo è uno dei miei ristoranti preferiti, quindi non sarà facile essere oggettivo nel raccontare la mia esperienza, ma senza dubbio l’ultima cena fatta dalla famiglia Portinari è stata incredibile.
Il ristorante vanta 2 stelle Michelin e ben 4 cappelli de L’Espresso
I Fratelli Portinari
Le origini dell’avventura de La Peca risalgono al padre, proprietario di una macelleria-rosticceria. I fratelli Portinari nascono quindi immersi in un mondo di tradizioni, di profumi e di colori che si sono impressi nelle loro menti.
Nicola è il cuoco del ristorante, mentre Gigi si occupa della pasticceria e della cantina. Nicola è quasi un autodidatta eppure padroneggia tecniche moderne e d’avanguardia come pochi cuochi in Italia. Come un grande musicista ha le note in testa e per comporre a volte non ha nemmeno bisogno di suonarle, così un grande cuoco riesce a concepire abbinamenti arditi e inusuali prima ancora di assaggiarli. Questo è il segreto dietro la cucina di Nicola Portinari. Una cucina poliglotta, ardita e tradizionale al tempo stesso.
Location e Sala de La Peca
La location è molto bella, separata in due parti distinte: la sala originale del ristorante che mantiene un’impronta più classica e tradizione e la sala nuova, ampia, elegante e con una bellissima vista sui colli attorno a Lonigo.
La sala del ristorante è gestita in maniera impeccabile da Cinzia, compagna di Gigi. I servizi così belli e piacevoli in Italia sono davvero pochi, vi sentirete coccolati con garbo ed eleganza, serviti e riveriti con puntualità e precisione mai invasive. Cinzia peraltro è un’artista e compone decorazioni per la tavola utilizzando qualsiasi scarto, dai tappi delle bottiglie alle posate rovinate e addirittura la pasta.
Il Menù e la Cantina de La Peca
La proposta del ristorante è molto ampia: un menù del pranzo; una proposta gourmet rapida di 4 piatti a sorpresa a 95€; un menù di mare a 160 €; un menù terra a 140 € e una proposta più elaborata chiamata “Impronte” a 200 €. Estesa la scelta alla carta.
Il lavoro in cantina di Gigi, aiutato dal giovane sommelier Matteo Bressan è monumentale, una cantina ampia e profonda in cui potete trovare grandissime etichette, grandi annate, ma anche piccoli produttori che Gigi e Matteo si divertono a scoprire e proporre. Non esiste un abbinamento prestabilito, l’abbinamento viene cucito al momento in base a gusti e necessità del commensale come un abito su misura.
La nostra Cena
Per la nostra cena abbiamo scelto il menù Impronte. (che nel frattempo ha subito alcune variazioni dovute alla stagionalità dei prodotti).
Il menù si apre con il consueto carosello di benvenuti dalla cucina che a La Peca sono sempre ottimi. “Aperitivo all’Italiana”: una gelatina di rabarbaro, gocce di spritz, con finte olive, arachidi, acciuga e patatina fritta. Poi una sfera di broccolo fiolaro croccante al curry, poi una chips con cagliata di capra.
Gli Antipasti
Il menù vero e proprio inizia con un classico: “Laguna Veneta. Un classico in movimento in realtà, che di volta in volta viene aggiornato in base ad estro, mercato e stagione. Il piatto si compone di un mix di molluschi ed alghe terminato al tavolo con un brodo concentrato di conchiglie.
Piatto potente, dal profumo che penetra il naso e arriva dritto al cervello evocando tutto il bello della laguna veneta, il sapore è una conferma di quanto anticipato dal naso ma con un’eleganza sorprendente.
Segue un piatto più morbido: radicchio di Treviso e broccolo fiolaro in diverse cotture e consistenze. Un vero e proprio inno a territorio e stagionalità. I due vegetali sono declinati ed accostati in svariati modi creando un sapore dolce amaro che accarezza il palato dopo gli schiaffi piacevoli della laguna veneta.
Capolavoro il friabile d’alghe, black cod al vapore e cremoso, caviale, patata gialla. Apparenza di classicità, ma in forme e consistenze inedite.
Poi un piatto tremendamente strano, di una bizzarria tale da ricordare accostamenti arditi (e talvolta inauditi) degni di Petronio e della cena del Trimalcione: gamberi rossi, faraona shabu shabu e cuori di radicchietti marinati. Difficile immaginare faraona e gamberi accostati, ma dopo aver assaggiato il piatto vien da chiedersi perché questi due animali non giochino assieme di abitudine. Dolcezza, acidità, consistenze diverse, sapori intensi, un piatto davvero ricco e sorprendente difficile da spiegare, ma davvero buonissimo.
I primi piatti
Si passa ai primi con la calamarata con rombo, pak choi e bergamotto, piatto raffinato e piacevole, ma forse il meno incisivo della serata.
Segue un fuori menù decisamente apprezzato: risotto al peperone chipotle, crudo di gamberi, marasca, aspro al curry e cagliata di latte di mandorla. Un risotto formidabile che racconta l’essenza della cucina di Nicola. Chef Portinari infatti è un maestro dei risotti, è stato tra i primi a usare i risotti come una tela su cui dipingere i gusti. Ad ogni boccone emerge un sapore diverso che varia dal dolce al piccante, passando per l’amaro e lo speziato, una vera esperienza.
Poi un altro abbinamento inconsueto: ravioli di polipo in brodo di cervo, tomatillo e galanga. Il polipo all’interno del raviolo è morbidissimo, al primo morso il brodo di cervo penetra all’interno del raviolo creando un mix intrigante, anche questo indescrivibile ma buonissimo, da provare.
Buono anche il carpaccio tiepido di black cod con ricci di mare, pistacchi e radicchietto. Un piatto che fa delle note sapide e iodate il suo forte, domate solo da un dosaggio perfetto dei vari ingredienti. Dopo tanti piatti ha l’effetto di risvegliare il palato prima di altri piatti forti.
I piatti principali de La Peca
Si passa dunque ai due piatti principali. La prima è l’anguilla in forno di braci con guava e tamarindo, un piatto storico del ristorante che avevo già assaggiato e che se potessi mangerei tutti i giorni a colazione pranzo e cena. L’anguilla è succulenta ma non grassa, il sapore di affumicato che prende nel forno di braci è strepitoso, guava e tamarindo danno una sensazione dolce e acida che crea l’effetto salsa bbq. Piatto definitivo.
Nel menù a questo punto c’è “selvaggina secondo estro e mercato” e a noi è capitata una lepre in civet con broccolo, scorzonera e topinambour. Piatto classico ma dal sapore esplosivo, lepre cotta in maniera magistrale, morbidissima; la salsa civet è sontuosa, le note dolci e terrose dei vegetali presenti nel piatto sono un contrappunto molto piacevole.
I dolci de La Peca
Prima di passare al lato dolce un assaggio che sta un po’ di qua e un po’ di là: spumiglia di fegato grasso e frutti rossi. Illegale, un boccone di una golosità unica.
Il pre-dessert è un gelato al bergamotto con gel al limone e cialda al mandorlato: effetto pulizia totale del palato, pronti per il dessert.
Il dessert vero e proprio è un semifreddo al pepe verde con zuppetta di agrumi e pimpinella. Un dolce originale in cui di fatto non c’è nessun ingrediente dolce eppure la sensazione è proprio quella di un dessert goloso, ma anche fresco e vivace.
La piccola pasticceria è squisita (e bellissima) e conclude con stile una cena stupenda.
Conclusioni
La cucina di Nicola e Gigi Portinari è emozionante. Un ristorante che ha scelto di puntare sui sapori veri degli ingredienti, lavorando a volte in maniera assurda la materia prima ma senza mai snaturarla, anzi, tirandone fuori la vera essenza. Cucina alleggerita, in cui i grassi trovano ben poco spazio lasciando via libera ai sapori concentrati e netti.
La cucina si presta a vari livelli di interpretazione, i gourmand più esperti troveranno mille sfaccettature e mille interpretazioni ai piatti e agli abbinamenti, ma anche l’ospite più impreparato resterà colpito dai sapori che spesso e volentieri richiamano sapori della tradizione e della memoria.
Una cucina quindi unica, che non gioca su citazionismi e richiami alle mode ma viaggia su un binario proprio. Ristorante imperdibile.
Ristorante La Peca
Via Giovanelli 2 , 36045, Lonigo (VI) – Tel: 0444 830214 – www.lapeca.it
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