Il tarassaco è una pianta officinale dalle benefiche proprietà curative. Anche noto come Taraxacum officinalae o “dente di leone” o “stella gialla”, il suo fiore si distingue per un colore giallo intenso e il fatto di chiudersi al tramonto per riaprirsi poi di nuovo alle prime luci dell’alba. Terminata l’inflorescenza in cima al piccolo fusto (alto tra i 3 e i 9 cm.) si genera una piccola sfera di colore bianco composta di molti acheni, spesso soffiato per gioco “con un soffio solo” da grandi e bambini.
Le foglie del tarassaco sono lunghe, lanceolate e con margine dentato. Questa pianta cresce in molte zone dell’Italia e trova il suo habitat naturale nei prati, nei campi, persino ai bordi delle strade e nelle zone alpine fino ai 2000 metri di altitudine.
Le proprietà curative del tarassaco sono conosciute e apprezzate già dal medioevo, occorre però ricordare che questa pianta officinale presenta alcune controindicazioni che andremo a vedere. Per qualsiasi dubbio è opportuno, anche in relazione a possibili interazioni con le terapie farmacologiche seguite, il ricorso al proprio medico curante.
Proprietà curative naturali
Tra le proprietà curative del tarassaco quella che spicca con maggiore evidenza è quella diuretica. Dovuta all’elevata presenza di potassio nelle sue radici e nelle sue foglie, l’azione offerta permette di combattere la ritenzione idrica e purificare le vie urinarie.
Il tarassaco stimola poi le secrezioni biliari e svolge, in relazione a fegato e reni, un’azione disintossicante e decongestionante. Promuove inoltre l’espulsione dal fegato del colesterolo in eccesso, rappresentando così un utile sistema di prevenzione di malattie cardiovascolari come l’infarto e l’ictus.
Importante anche la presenza di sostanze benefiche come i flavonoidi, l’acido ascorbico, il calcio e le vitamine A, B, C e D. Il tarassaco viene inoltre ritenuto un ottimo antinfiammatorio e uno stimolante dell’attività pancreatica. Al tarassaco si devono inoltre un’azione immunologica e il potenziamento delle risposte immunitarie per quanto riguarda il sistema linfatico.
Questa pianta officinale può essere ingerita come insalata consumandone le foglie (dal sapore amarognolo), prima dell’inflorescenza, oppure attraverso decotti o estratti realizzati per lo più con le sue radici.
Un esempio di decotto realizzato con il tarassaco è quello ottenibile con 15 grammi di radici essiccate lasciate in infusione per circa 5 minuti in 200 ml d’acqua calda. Basterà poi filtrare e bere l’infuso.
Controindicazioni
Malgrado sia generalmente ben tollerato in persone sane o prive di disturbi legati all’acidità di stomaco, il tarassaco presenta alcune possibili controindicazioni in relazione proprio a disturbi quali ad esempio la gastrite e l’ulcera peptica.
Questa pianta è sconsigliata anche a chi soffre o è a rischio di reflusso gastroesofageo, occlusione delle vie biliari oppure soggetto a reazioni allergiche ai lattoni sesquiterpenici. Vi sono inoltre alcune interazioni con alcuni farmaci assunti per via orale.
In particolare il riferimento è ai FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), tra i quali anche l’aspirina e il paracetamolo, la cui azione dannosa per la parete gastrica può essere enfatizzata dall’utilizzo di tarassaco. Nelle radici e nelle foglie di questa pianta sono contenuti alti livelli di potassio, se usata come integratore potrebbe dare luogo a un eccesso di questa sostanza nel sangue.
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